MSG-4, in orbita il satellite europeo che lavora per salvare l’ambiente
Il satellite, progettato dall’Esa, servirà a monitorare la situazione meteo e le condizioni climatiche dell’Europa dalla sua orbita geostazionaria, a un’altezza di 36.000 km sopra l’equatore
Articolo uscito su La Stampa il 24 agosto 2015.
MSG-4 se n’è andato alle ore 23.42 (ora europea) del giorno 15 luglio 2015, partito da Kourou nella Guyana Francese. Al centro di controllo di Esoc, a Darmstadt, in Germania, erano tutti proiettati verso gli schermi, che trasmettevano in diretta il lancio del satellite.
Guardare verso l’universo ci fa sentire piccoli, ma anche parte di qualcosa, di un tutt’uno infinito. Quel qualcosa che sale in alto e se ne va nello spazio, di fatto, porta con sé una parte di noi. E, nel caso della partenza di un satellite, non è solo il lancio quello che conta. Quello che conta è quello che questo satellite andrà a fare per noi. Il satellite sarà di fatto il nostro occhio per prevedere fenomeni che, nel nostro piccolo orizzonte, siamo impossibilitati a vedere. Sarà il nostro mezzo per osservare la Terra da lontano, il nostro metodo di sorveglianza, una sentinella che, dall’alto, ci protegge.
Il mezzo di trasporto è il razzo VA 224 Ariane V, progettato da Arianespace, che ha lanciato in orbita MSG-4 (il satellite europeo) e Star One C4 (un altro satellite brasiliano per le comunicazioni). Il nostro satellite è MSG-4, il satellite di seconda generazione, progettato da ESA (Agenzia spaziale Europea), da Thales Alenia Space e “settato” da Eumetsat, che servirà a monitorare la situazione meteo e le condizioni climatiche dell’Europa dalla sua orbita geostazionaria, a un’altezza di 36.000 km sopra l’equatore. Un corpo cilindrico con un diametro di 3,2 metri, la cui superficie è interamente coperta da celle solari. Un satellite che inizierà a muoversi su se’ stesso con una rotazione di 55 rpm (rotazioni per minuto) e che arriverà a ruotare alla velocità di rotazione di 100 rpm, inviandoci immagini e dati per i suoi 7 anni di vita nominale. Dal 1970 al 2012, dicono qui a Esa, i disastri naturali hanno causato la perdita di 149.959 vite e 340 miliardi di danni economici.
Il satellite MSG-4 riuscirà a inviare immagini in tempo reale e a permettere di conoscere in tempo, di avvertirci circa imminenti disastri naturali: temporali, cicloni tropicali, nebbie, tempeste di sabbia, eruzioni vulcaniche. Sarà il nostro occhio di veglia sull’Europa, sull’Africa e sull’Oceano Atlantico. Per prevedere le condizioni climatiche terrestri, servono due satelliti che ruotano specularmente all’equatore: uno invia immagini ogni 15 minuti e parte con uno scan della terra dall’alto verso il basso, l’altro invia immagini ogni 5 minuti e scannerizza la terra dal basso verso l’alto. Le immagini collimano a metà e formano una scansione dell’esatta copia della Terra.
MSG-3 e MSG-4 sono stati stivati per più di 5 anni prima del lancio: per questo motivo, alcuni elementi dell’equipaggiamento di bordo non montano tecnologie attuali che hanno, magari, più di 15 anni. I Meteosat di 3 generazione arriveranno, invece, dopo il 2020. Questo per dire, che un ingegnere aerospaziale che lavora a un satellite, fa in tempo ad invecchiare di 10, 15, 20 anni prima di vedere il suo operato in orbita. Il punto più critico delle operazioni di un lancio è il posizionamento in orbita del satellite, quello che tecnicamente viene chiamato LEOP, ed è un’operazione molto delicata. Dopo il lancio, il satellite viene separato dal suo “lanciatore”. Dopodiché, impiega giorni a raggiungere la corretta velocità di rotazione. Durante questo lasso di tempo, i tecnici devono “settare” il satellite. Una volta raggiunto il punto di rotazione bisogna correggere l’orbita. A questo punto, il satellite può essere consegnato nelle mani dell’utilizzatore finale (in questo caso Eumetsat).
Il processo per effettuare previsioni puntuali, in tempo reale, si chiama nowcasting. (il nowcasting lavora su un lasso di tempo di sei ore). I dati vengono presi da radar, satelliti e stazioni meteo. I satelliti meteo sono utili anche per i voli aerei: prevedono l’andamento e la dispersione delle ceneri dei vulcani e il processo di formazione di ghiaccio in alte quote. Chi non si ricorda problemi che hanno avuto i voli aerei nel 2010, a causa della dispersione di ceneri del vulcano islandese? Ebbene, i pennacchi di cenere del vulcano islandese Eyjafjallajokull hanno causato l’annullamento di centinaia di voli e un danno economico di più di 1.3 miliardi per l’industria aerea.
I satelliti MSG offrono anche dati numerici per le previsioni atmosferiche e per l’elaborazione di modelli previsionali, misurano le emissioni di radiazioni solari. Eumetsat controlla i satelliti in orbita, acquisisce dati delle osservazioni in tempo reale e li elabora per renderli fruibili ai meteorologi e archivia e riprocessa i dati per osservare i cambiamenti climatici nel tempo. I satelliti MSG permettono il continuo monitoraggio di tutti gli stadi delle tempeste: dall’iniziale instabilità atmosferica, allo sviluppo di nuvole “cumulonembi”, allo sviluppo di una tempesta matura. Si possono misurare anche gli andamenti dell’inquinamento da CO2, la salute delle biomasse tropicali, l’innalzamento del livello degli Oceani (che ci consente di determinare il riscaldamento del pianeta), lo scioglimento dei ghiacciai.
Ovviamente, prevedere ciò che succederà in tempo reale, non elimina il verificarsi degli eventi. Però, “sapere in anticipo” quello che succederà, può essere utile per attrezzarci, per prepararci, per metterci in salvo prima che arrivi una tempesta. Sapere “quello che verrà”, potrebbe anche aiutarci a salvaguardare la nostra casa: l’ambiente.
Sara Mauri